6 gennaio 2019 – RICORDANDO ENRICO ZAMBONINI

Il 6 gennaio 2019 alle ore 11 a Villa Minozzo (RE) in piazza del comune ricorderemo Enrico Zambonini, nato a Secchio di Villa Minozzo il 28 aprile 1893, anarchico e tenace antifascista.

Enrico Zambonini si avvicinò all’anarchismo nel primo dopoguerra, con l’ascesa del fascismo fu esule in Francia e in Belgio.
Militante della Rivoluzione Spagnola (1936-1939) ,durante la Resistenza fu partigiano sulle nostre montagne, il 30 gennaio 1944 venne fucilato al Poligono del Tiro di Reggio Emilia dalle squadracce fasciste.

Federazione Anarchica Reggiana – FAI
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Di seguito la biografia di Enrico Zambonini:

Nasce a Secchio di Villa Minozzo (Re) il 28 aprile 1893 da Ferdinando e Virginia Comastri, meccanico, muratore e minatore. Il padre, conduttore di muli, è di orientamento radicale, una posizione non certo diffusa nei piccoli borghi dell’alto Appennino reggiano, dove prevalente è il ruolo della Chiesa. Pur aiutando il padre nel lavoro Z. frequenta fino alla 3a elementare, con buoni risultati. Nel 1906, quando ha appena 13 anni, come tanti altri abitanti della montagna prende la via dell’emigrazione: si trasferisce a Genova, in casa di uno zio paterno, il quale però quattro anni dopo s’imbarca per l’America. Rimasto solo, continua a vivere e lavorare a Genova e si avvicina al movimento socialista. Chiamato alle armi nel 1913, assegnato a un reggimento di artiglieria da montagna, è inviato in Libia dove il suo reparto è impegnato nelle azioni di repressione della guerriglia indigena. Durante il servizio militare – torna dalla Libia solo agli inizi del 1919 – si avvicina alle posizioni anarchiche, senza con ciò interrompere completamente i rapporti con i socialisti: lo dimostra il fatto che alla fine del 1919, quando è già rientrato in Italia ed è attivo militante nella CdL sindacalista di Sestri Ponente, partecipa all’assemblea costitutiva della sezione socialista di Villa Minozzo e sottoscrive una lira “pro automobile rossa”, cioè per l’acquisto di un’auto che doveva facilitare lo spostamento degli oratori socialisti nella montagna reggiana. Come detto, nel corso del 1919 è a Sestri Ponente. Oltre ad essere attivo nella CdL partecipa alla costituzione del sindacato minatori aderente all’USI. Rientra però varie volte nel suo paese natale, dove non manca di svolgere propaganda libertaria. È ricordata anche la sua partecipazione come attore a un Maggio, una forma di teatro popolare caratteristica dell’Appennino. In occasione di uno dei suoi rientri, nell’estate del 1922, mentre assiste alla rappresentazione di un Maggio a Gazzano è aggredito da un gruppo di fascisti, al grido di “A morte l’anarchia”. Riesce però a tener testa agli avversari e a rientrare a Secchio senza conseguenze. Decide però di partire subito e di espatriare clandestinamente in Francia. Inizialmente si stabilisce a Marsiglia, dove trova lavoro in una azienda di prodotti chimici e dove prende parte alla vita del movimento anarchico esiliato. Alla fine del 1923 si trasferisce a Saint Raphaël, occupandosi prima come meccanico e poi come direttore di una cooperativa edile. Nel 1928 è accusato ingiustamente di aver attentato alla vita di un agente consolare fascista. Nel corso della perquisizione del suo alloggio la polizia trova solo materiale di propaganda anarchica e al processo Z. è assolto da ogni accusa. Conclusasi positivamente questa vicenda, Z. ritiene però opportuno cambiare paese e si sposta a Liegi, in Belgio, dove trova lavoro prima come meccanico e poi come muratore. Anche qui è segnalato dalla polizia come attivo anarchico, tiene conferenze e partecipa a numerose riunioni. Nel 1932 si trasferisce in Spagna, a Barcellona. Nell’autunno 1934, mentre si trova con la sua compagna in Francia, è arrestato e condannato ad un mese di reclusione per infrazione al decreto di espulsione, ricevuto tempo prima. Scontata la pena, riparte per la Spagna. Al momento della sollevazione dei generali e dell’inizio della Guerra civile Z. è a Barcellona; partecipa dunque alla primissima fase di organizzazione della presenza armata antifascista in questo paese. È tra i primi aderenti alla Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” FAI-CNT, con la quale partecipa ai combattimenti di Huesca e Almudévar. Nell’aprile 1937, quando la Colonna si scioglie per protesta contro la militarizzazione, rientra a Barcellona, dove trova impiego come meccanico presso il sindacato dell’alimentazione della CNT. Partecipa ai tragici scontri del maggio 1937 e mentre è impegnato nella difesa della sede del Sindacato dell’alimentazione rimane ferito al volto. Rimane comunque in città ed è tra i promotori di una colonia per gli orfani di guerra, che è effettivamente aperta il 7 novembre 1938 a Pins del Valles. Agli inizi del 1939 ripara in Francia, stabilendosi a Perpignano. Fermato dalla polizia francese è internato nel campo di Argelès-sur-Mer. Nel luglio 1941 è ricoverato in ospedale per i postumi delle ferite riportate nei fatti di maggio a Barcellona. Il 6 agosto 1942 è consegnato alla polizia italiana: trasferito a Reggio Emilia, è rinchiuso in carcere e poi condannato nel settembre 1942 a cinque anni di confino nell’isola di Ventotene. Come tanti altri anarchici alla caduta del fascismo non è liberato ma inviato nel campo di concentramento di Renicci di Anghiari (Ar). Durante il trasferimento, però, si rifiuta di proseguire il viaggio ed è allora rinchiuso nelle carceri di Arezzo. Viene liberato solo il 4 dicembre 1943 e può così tornare a Secchio. In questo periodo nell’Appennino reggiano sono in formazione alcune bande partigiane. Già sono saliti i fratelli Cervi con i loro compagni, e anche il Partito comunista sta cercando di dare vita ad un movimento clandestino. Z. entra in contatto con gli antifascisti della zona, che gli prospettano la proposta di assumere il comando del gruppo partigiano che si vuole costituire a Cervarolo. Ma cerca di riprendere i contatti anche con gli anarchici che in Emilia sono attivi nella lotta partigiana, e si incontra Emilio Canzi di Piacenza, Aladino Benetti di Modena e Attilio Diolaiti di Bologna. Il 21 gennaio 1944 i fascisti accerchiano la parrocchia di Tapignola, dove è a riposo una formazione partigiana. Nasce un conflitto a fuoco e i fascisti mentre si ritirano arrestano il parroco, Don Pasquino Borghi. Il giorno dopo arrestano pure Z. e lo trasferiscono in carcere a Reggio Emilia. Il 30 gennaio, dopo un processo sommario, quale rappresaglia per le ripetute eliminazioni di esponenti fascisti da parte dei gappisti, Z., don Borghi e altri sette esponenti socialisti e comunisti sono fucilati al Tiro a segno del capoluogo. Egli rifiuta i conforti religiosi e muore gridando “Viva l’anarchia”. Nella sentenza pubblicata sul «Solco fascista» del 1° febbraio 1944 si legge che i nove sono condannati alla pena di morte per concorso in omicidio di quattro fascisti e “per aver nel territorio della provincia di Reggio nell’Emilia, con decisi atteggiamenti, con parole, con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato l’atmosfera dell’anarchia e della ribellione e determinato gli autori materiali degli assassini a compiere i delitti allo scopo di sopprimere nelle persone dei Caduti i difensori dell’indipendenza e dell’unità della Patria”. In più, a Z. è contestato “di aver combattuto contro le truppe fasciste, nelle orde rosse in Ispagna”. Dopo la fucilazione, è seppellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove sono i resti dei sette fratelli Cervi. Un distaccamento partigiano della montagna prenderà il suo nome, omaggio a una persona esemplare dal punto di vista della militanza antifascista. (C. Silingardi)

Fonti
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.

Bibliografia: L. Arbizzani, Antifascisti emiliani e romagnoli in Spagna e nella Resistenza, Milano, 1980, ad nomen; I. Rossi, La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Pistoia 1981, ad indicem; P. Bianconi, Gli anarchici italiani nella lotta contro il fascismo, Pistoia 1988; F. Montanari, L’utopia in cammino (Anarchici a Reggio Emilia 1892-1945, Reggio Emilia 1993; A. Zambonelli, Vita battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944), Reggio Emilia [s.d.].

CONTRO LE GUERRE DI IERI E DI OGGI

2 novembre serata antimilitarista al Circolo Berneri di Via Don Minzoni, promossa dalla FAI Reggiana e dall’USI-CIT Reggio Emilia. Alle 20 cena sociale, alle 21 incontro : CONTRO LE GUERRE DI IERI E DI OGGI.
Parteciperanno Renato Moschetti e Gianfranco Aldrovandi, con una comunicazione di Daniele Ratti.  Evento in preparazione dell’importante manifestazione  antimilitarista di Gorizia del 3 novembre.

Assemblea nazionale a Milano 29 settembre

L’Assemblea Nazionale che si è tenuta a Milano nella giornata di sabato 29 settembre, organizzata da CUB, SI Cobas, Slai Cobas, USI-AIT, promotori dello sciopero generale del 26 ottobre (assente Sgb) ha visto la partecipazione di un centinaio di delegati. E’ stata data lettura alla Relazione unitaria, con le integrazioni proposte da USI, da una immigrata egiziana ( della prima parte del testo) che fa parte del gruppo di occupanti che si definisce “Mario dice 26×1”. Sono state vittime del primo sfratto dopo la rioccupazione dell’edificio abbandonato del Alitalia, nel comune di Sesto San Giovanni, dove il prefetto ha eseguito alla lettera la circolare del Ministro degli Interni salvini che ordinava lo sgombero immediato delle case ed edifici occupati.

Sono seguiti circa una ventina di interventi, con l’interruzione della pausa pranzo, che hanno spaziato nei vari argomenti legati all’attualità. Dalla situazione di Genova che con la caduta del ponte è l’emblema della nostra attuale società, al racconto, nella stessa città, di lavoratori di una cooperativa in appalto che in questi giorni occupano il loro posto di lavoro dopo la chiusura della azienda. Sono intervenuti anche delegati del SI Cobas del settore della logistica evidenziando come attraverso lotte dure e picchetti che bloccano le merci sono state ottenute importante conquiste come l’avanzamento di categoria in automatico, la riduzione d’orario, il rispetto del contratto stesso e il pagamento degli straordinari che non venivano riconosciuti. Una lotta che paga, quindi, ma che adesso deve fare i conti, non a caso, con il decreto sicurezza che sanziona con condanne pesanti da 1 a 6 anni ed è prevista l’espulsione per gli immigrati condannati. Non sono state risparmiate anche bordate contro USB che, invece di allargare il fonte di lotta, preferisce inserirsi dove altri hanno già sviluppato le lotte per romperne il fronte. Il SI Cobas ha fatto presente oltre a partecipare allo sciopero generale del 26 ottobre si è impegnata per una manifestazione da loro indetta per il 27 ottobre a Roma contro il governo e le sue politiche razziste e repressive. C’è stato un intervento di una compagna Kurda che ha spiegato come il decreto di salvini riduce le protezioni umanitarie agli immigrati, allargando la fascia degli immigrati illegali nel territorio. Ha denunciato le cooperative mafiose che sfruttano gli immigrati utilizzando a propri fini speculativi il contributo di 35 euro destinati agli immigrati in attesa del riconoscimento. Ha gettato l’allarme che, con le regole attuali, basta che un componente della famiglia viene accusato di un reato per compromettere la permanenza all’intera famiglia. Un delegato nel settore Farmaceutico ha denunciato tutti gli imbrogli nel rinnovo del loro contratto per opera dei confederali.
Da parte della Cub è stata evidenziata l’importanza del cartello proposto dalla piattaforma dello sciopero generale, l’unica proposta di rottura capace di portare il conflitto in questo paese, denunciando la mancanza di democrazia nei luoghi di lavoro. “Siamo sulla strada giusta – è stato affermato – quella dell’unità su un programma chiaro. Non ci sono governi amici, è necessario mantenere la barra dritta, perché siamo rimasti gli unici ad organizzare la classe lavoratrice, pur nella esigenza di allargare il fronte, collegandoci con altri movimenti di base, come ad esempio i No Tav. Siamo gli unici in questo momento a scendere in piazza a cambiare qiesto paese.”
Fra gli ultimi interventi riportiamo quello del rappresentante USI qui si seguito:
“Stiamo attraversando uno dei periodo peggiori della nostra storia con un governo ibrido che in modo spregiudicato utilizza il bastone e la carota: il bastone subito e la carota a divenire.
La Lega di salvini ha dichiarato una guerra spietata ai migranti, indicati come la causa principale dei nostri problemi, con l’interno evidente di spezzare l’unità della classe lavoratrice. Noi non lo possiamo permettere.
Abbiamo un solo strumento per opporci: la mobilitazione, la lotta, lo sciopero ed è per questo che abbiamo dichiarato lo sciopero generale del 26 ottobre.
Dobbiamo prepararlo bene, rivendicando i punti dell’intero programma, ma nella fase preparatoria focalizzare su due aspetti contingenti:
Non possiamo lasciare sotto silenzio quello che è stato presentato come il ‘decreto dignità’, una bufala colossale che con la dignità non ha nulla a che fare. Non è stata toccata una sola legge delle tante che producono la precarietà, si è mantenuta la struttura dello Jabs Act con qualche modifica, non è stato rintrodotto l’art. 18. Tutte promesse gettate al vento. Ci si è semplicemente limitati ad aumentare il contributo per i licenziamenti illegittimi. Andrebbe organizzata una giornata a livello nazionale nelle piazze e nei luoghi di lavoro per denuncia e demistificare questo imbroglio.
Come non possiamo lasciare sotto silenzio la circolare e la pressione messa in atto dal Ministro degli Interni verso i prefetti al fine di sgomberare case e palazzi in disuso occupati per necessità abitativa, buttando letteralmente in mezzo alla strada intere famiglie senza pietà neanche per i loro bambini. Quindi, nel processo di preparazione dello sciopero è opportuno organizzare una giornata di mobilitazione generale in cui si proclama, forte e chiaro, il diritto alla casa per tutti.
Dobbiamo essere coscienti che l’opposizione in questo momento molto dipende dalle nostre forze attraverso la mobilitazione di un sindacato conflittuale e di classe, tutti uniti soprattutto nella tappa importante dello sciopero generale con cui si gioca una partita importante.”
.

Solidarietà a Nicholas! Oggi come ieri contro il fascismo!

La segreteria nazionale dell’Unione Sindacale Italiana (USI) denuncia l’aggressione fascista subita ieri dal nostro rappresentante per la cittadina di Vasto.
Il fatto, domenica sera durante una passeggiata a Marina di Vasto Nicholas ha sentitosuonare faccetta nera a volume altissimo da un locale della zona, una volta avvicinatosi ha chiesto di interrompere subito la riproduzione di una canzone simbolo del fascismo.
Il titolare del locale, dopo aver finto tranquillità, aggredisce Nicholas colpendolo violentemente al volto. Solo grazie all’intervento della sua compagna Nicholas è riuscito a sottrarsi alla violenza che lo stava colpendo.
La pattuglia di polizia intervenuta dopo l’aggressione si è anche intrattenuta con risate insieme a chi aveva appena aggredito Nicholas. Questa circostanza è stata, anche, confermata da due turisti romani.
Non pago l’aggressore, uscito dal locale, continuava verbalmente e mimicamente  l’aggressione con saluti romani e gridando “A noi.
Va segnalato che nel luogo dove si trova il locale, è un ex campo di concentramento. Il che rende il tutto molto più grave aggiungendo alla gravità della violenta aggressione fascista  anche la profanazione di un luogo simbolo.
L’unione Sindacale Italiana (USI) fiera del suo antifascismo, che nel 1925 portò il vile regime a sciogliere la nostra organizzazione, è, da sempre, al fianco di ogni antifascista.
L’aggressione del nostro compagno Nicholas ci riporta alla mente episodi recenti di  squadrismo fascista e, casomai ce ne fosse bisogno, ci sollecita nella ripresa di una forte
azione antifascista. Qualcuno ha urlato a Nicholas: “non sai contro chi ti sei messo”,
Nicholas non è solo, è parte diun’organizzazione da sempre antifascista e che è totalmente schierata al suo fianco. I fascisti sappiano.”Se toccano uno toccano tutti” non è per noi un vecchio e logoro slogan, è una pratica quotidiana. Nell’augurare a  Nicholas una pronta guarigione vogliamo dire a tutti che saremo al suo fianco nelle sue
quotidiane battaglie e nella lotta contro ogni forma di fascismo.

La Segreteria Nazionale dell’Unione Sindacale Italiana

USI IN FESTA!

USI in Festa! Massenzatico, Cucine del Popolo
14 – 15 luglio 2018

Si è svolta sabato 14 e domenica 15 luglio la festa congiunta tra USI-CIT Emilia Romagna e Cucine del Popolo di Massenzatico
(RE). E’ stato un’importante appuntamento che ha visto la partecipazione sopratutto di compagni emiliani. Si è partiti il sabato pomeriggio affrontando un interessante dibattito sul futuro dell’Unione Sindacale Italiana, che terrà il prossimo congresso in autunno e si è poi discusso sulla nuova internazionale anarcosindacalista CIT-IWC che si è recentemente costituita a Parma. Il dibattito è stato interessante e ha visto confrontarsi numerosi compagni e compagne sulle prospettive future dell’Unione a partire dal prossimo sciopero generale che si terrà probabilmente il 26 ottobre. La discussione si è poi sviluppata sulla necessità di dare maggior slancio all’Unione attraverso la formazione sindacale, i coordinamenti delle categorie e una maggiore visibilità del sindacato stesso. Alle ore 20 c’è stata un’ottima cena in classico stile Cucine del Popolo che ha visto la partecipazione di una cinquantina di compagni e compagne per poi finire la serata con USI dj animata dai compagni di Modena. Domenica 15 luglio si è poi dato spazio alle Cucine del Popolo che hanno proposto la risottata solidale con la partecipazione di Mister Leo e del Professor Alberto Capatti che ha svolto una interessante conferenza sulla storia sociale del riso. La risottata preceduta da un antipasto vigoroso ha visto la portata di un risotto primavera, uno giallo “al salto” e un ultimo alla “reggiana” con la salsiccia. Hanno partecipato all’evento oltre 80 compagni e compagne che hanno apprezzato la straordinaria capacità di Mister Leo, nuovo cuoco delle Cucine del Popolo. A seguire si è svolta un esilarante happening di Virgilio Enea Stefano Raspini contro il razzismo del governo. La festa si è poi conclusa con la presentazione del Convegno Internazionale promosso dalle Cucine del Popolo, che si svolgerà a Massenzatico il 5- 7 ottobre 2018 dedicato alle Cucine Senza Confini. Il Convegno vedrà la partecipazione di cuochi, studiosi, militanti, artisti, giornalisti e musicisti e avrà come momento topico un Veglione Rosso nel teatro di Massenzatico, dove riproporremo un menu socialista del 1910 con la partecipazione di 400 persone.

Usi Reggio Emilia
Cucine del Popolo

14-15 luglio USI IN FESTA!

USI IN FESTA!
Alle Cucine del Popolo di Massenzatico ( RE) la prima festa regionale dell’USI!

PROGRAMMA

Sabato 14 luglio
Ore 16 L’ USI verso il XXII Congresso, interverrà il segretario nazionale Franco colby Bertoli
Ore 18 Dibattito sulla nuova Internazionale anarcosindalista CIT/IWC
Ore 20 Cena sociale
Ore 22 DJ set by USI DJ

Domenica 15 luglio
Ore 11 “l è minga un risott” con il prof Alberto Capatti
Ore 13 Risottata solidale
Ore 16 presentazione del Convegno internazionale delle Cucine del Popolo “Cucine senza Confini” che si terrà a Massenzatico il 5-6-7 ottobre 2018.

USI- CIT Emilia Romagna
Cucine del Popolo

 

COME ARRIVARE?
Dll’uscita del casello Autostrada A1 Reggio Emilia, tenere la destra e imboccare la Tangenziale in direzione Modena; prendere l’uscita 3 Gavassa/Reggio E. centro/Aeroporto e alla rotonda prendere la 2a uscita in direzione Gavassa; attraversare il paese di Gavassa; prendere la 3a uscita alla rotonda con indicazione Massenzatico; proseguire (siete già su Via Beethoven) sino al civico 78.

DOVE DORMIRE?
Per chi volesse pernottare direttamente a Massenzatico di seguito i riferimenti per l’Hotel convenzionato:
Hotel Galaxy Massenzatico Via Beethoven 110/A tel. 0522950928 camera singola con colazione euro 40,00 – camera doppia con colazione euro 50,00.

L’ENNESIMA VIOLENZA SUI LAVORATORI MIGRANTI

E’ notizia di ieri che un lavoratore di 29 anni di origine maliane, Soumaila Sacko, bracciante nella
piana di Gioia Tauro è stato ammazzato a colpi di fucile mentre rovistava in una fabbrica
abbandonata alla ricerca di materiale per costruirsi un alloggio di fortuna. Soumaila Sacko era un
lavoratore attivo nel percorso di organizzazione dei lavoratori bracciantili dell’USB, una zona dove
migranti di ogni dove vengono ogni giorno sfruttati a pochi euro l’ora per la raccolta di frutta e
verdura, confinati a centinaia in veri e propri ghetti in pessime condizioni igenico sanitarie e
abitative. Soumalia non è che l’ultima vittima del sistema bracciantile della zona costruito su
sfruttamento, caporalato e violenza contro i tanti e le tante che fuggono da guerre e miseria
attraversando il mare Mediterraneo. L’episodio non può che essere figlio del clima di razzismo
verso i migranti, alimentato dalle classi dominanti, che vedono in loro un comodo esercito da
sfruttare in condizioni di semi-schiavitù e il capro espiatorio su cui addossare la crescente rabbia
sociale. Tant’è vero che Soumaila è stato subito infangato dall’accusa di essere un ladro, che il suo
avventurarsi all’interno di una fabbrica abbandonata alla ricerca di materiali per costruirsi quattro
mura precarie fosse il motivo della sua morte; come se questo potesse in qualche modo legittimare
il suo assassinio.
Esprimiamo massima solidarietà incondizionata alla comunità migrante, in primo luogo a quella
bracciantile della piana di Gioia Tauro oggi in sciopero, consci, ancora una volta, che la lotta degli
sfruttati di tutto il mondo non conosce barriere nè confini, complici e solidali con chi lotta ogni
giorno per costruire una società e una vita migliore. .
Se toccano uno toccano tutt*!
4/6/2018
USI – AIT Reggio Emilia
Via Don Minzoni 1/d – Reggio Emilia
usi-reggioemilia@inventati.org
fb: Usi-Ait Reggio Emilia

È nata la Confederazione Internazionale del Lavoro!

Dopo tre anni di lavoro intenso, dopo tre giorni di Congresso caratterizzato

dall’unanime volontà di dare vita a un progetto comune e concreto, ieri,

13 maggio 2018, è nata la Confederazione Internazionale del Lavoro (in

spagnolo CIT-Confederación Internacional del Trabajo, in inglese

ICL-International Confederation of Labour), che coniuga l’anarcosindacalismo

e il sindacalismo rivoluzionario.

L'immagine può contenere: 11 persone, persone che sorridono

Al Congresso, ospitato nella sede di USI-Parma, hanno partecipato le

sezioni aderenti alla Confederazione e gli osservatori di varie altre organizzazioni

(la FOB e il Movimento dei Lavoratori di Base dal Brasile, la CNT-Vignoles

francese, la GG/BO tedesca, la Vrije Bond olandese, ecc.), alcune delle quali

hanno manifestato grande attenzione in vista di una futura adesione.

Le aree di lavoro su cui la Confederazione si impegnerà nei prossimi anni saranno

la formazione, l’azione sindacale e l’espansione. Ciò darà modo alle organizzazioni

aderenti di scambiarsi vicendevolmente informazioni, produrre materiali e documenti

in varie lingue, attivare percorsi formativi durante l’estate; l’azione sindacale

metterà in contatto lavoratrici e lavoratori di diversi settori industriali; in

modo congiunto e condiviso la Giornata Internazionale della Donna sarà l’occasione

per intensificare le lotte a favore delle lavoratrici e dei loro diritti, così come si

dedicheranno attenzione ed energie a supporto dei migranti, dei lavoratori frontalieri,

delle persone senza diritti. Ci si occuperà, inoltre, dei contatti con organizzazioni

affini.

La Confederazione è composta da CNT (Spagna), ESE (Grecia), FAU (Germania),

FORA (Argentina), IP (Polonia), IWW (Nordamerica), USI (Italia). Durante il

primo biennio la CNT si incaricherà della segreteria, mentre nei successivi due

bienni lo faranno FAU e IWW; per i primi cinque anni l’USI si occuperà della

tesoreria. Le lavoratrici e i lavoratori affiliati alle organizzazioni pagheranno la

quota in base a tre distinti livelli, basati sul potere d’acquisto del paese in cui

vivono.

SIAMO NULLA, SAREMO TUTTO!

Unione Sindacale Italiana